Tra i siti consultati figurano:
http://www.karatetosto.com/st_kar.htm
http://www.menno.it/oriente/karate/funakoshi.htm
Acculturatevi!
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Karate: l'Arte
della Mano Vuota
La Storia di Okinawa:
I primi abitanti di Okinawa venivano dalla Cina, dalle isole settentrionali del Giappone e dall'Asia meridionale.
Nel periodo in cui le Arti Marziali
cominciavano a svilupparsi il popolo di Okinawa viveva in modo molto semplice
sostenuto da una forma di agricoltura rozza, dalla pesca e dall'uso delle
conchiglie marine per l'artigianato e come monete di scambio. Tuttavia, le
continue invasioni militari da parte del Giappone che durarono per molto tempo
stimolarono il popolo nativo ad organizzarsi in gruppi di villaggi comandati da
singoli capi.
Si crearono così tre regni rivali ed Okinawa
si ritrovò disunita. Dieci anni più tardi, il più grande di questi regni iniziò
relazioni politiche ed amministrative con la Cina, relazioni che furono
ufficializzate nel 1372 dallo stesso Imperatore cinese. Attraverso questa
alleanza, gli abitanti di Okinawa, come del resto tutti i popoli vicini alla
Cina, tranne i Giapponesi, mandavano delegazioni con regolari cadenze annuali
verso la patria madre, con tributi ed onori per l'Imperatore. Alcuni nobili appartenenti a tali delegazioni avevano diritto a
proseguire il loro cammino dalla costa fino alla corte imperiale. Alcuni
giovani principi si iscrissero alle scuole create per studenti stranieri a
Pechino, dove poterono apprendere la cultura, l'arte e le scienze cinesi. In
tal modo molti abitanti di Okinawa divennero ospiti abituali della Capitale e
della vita di corte in Cina, imparandone le tradizioni. Nel 1429, dopo alcune
guerre di poco conto, Okinawa fu unita sotto un unico regno e nacque la sua
prima dinastia, ovvero quella Sho. Fu questa la premessa del periodo d'oro
della storia di Okinawa. Sorsero attività commerciali e si creò una rete di vie
commerciali che si estese per molti popoli. Okinawa divenne un grande
nodo per la distribuzione di legname pregiato, spezie, incensi, avorio, stagno
e zucchero provenienti dall'Asia meridionale. Questi prodotti venivano
scambiati con ceramiche d'arte, prodotti tessili, erbe medicinali e metalli
preziosi dal Giappone, Corea e Cina.
I marinai ed i commercianti di Okinawa
visitarono non soltanto la Cina ed il Giappone, ma tutti i porti dell'Asia orientale,
fatstore che ebbe influenze estremamente importanti per lo sviluppo delle arti
marziali e per la loro storia.
Il Divieto per l'uso di Armi:
Un altro fatto molto importante in questo
periodo fu la caduta della dinastia Sho nel 1470, che creò un periodo di
turbolenza politica e caos che finì solamente con l'avvento della nuova
dinastia nel 1477. Il nuovo monarca, Sho Shin, dovette affrontare i nobili
cavalieri della Guerra che erano saldamente protetti nei loro castelli lungo
l'isola. Una delle prime norme introdotte dal monarca fu quella di bandire il
trasporto d'armi da parte di chiunque, nobili o contadini. La seconda mossa del
re fu quella di sequestrare tutte le armi del Paese e custodirle sotto
sorveglianza continua nel proprio castello a Shuri. Infine ordinò a tutti i
nobili di andare a vivere vicino a lui nella capitale del Paese. E'
interessante come questa politica di disarmare e poi "spodestare" i
nobili ribelli di Okinawa anticipa scelte analoghe fatte successivamente dal
Giappone. Infatti queste stesse norme
nacquero negli editti di spada di Toyotomi nel 1586 e negli ordini dello Shogun
di Tokugawa dove tutti i Signori della Guerra dovettero raccogliersi attorno a
lui nella Capitale nel 1634. E' un fatto che lo Shogun non obbligasse, nonostante
la natura intricata delle relazioni tra Cina e Giappone, gli abitanti di
Okinawa ad interrompere le loro relazioni tributarie con la Cina. Al contrario,
lo Shogun forzava gli abitanti di Okinawa a mantenere una facciata di fedeltà
assoluta verso i cinesi. Nel caso fossero sopraggiunti diplomatici dalla Cina,
i sovrani giapponesi avrebbero nascosto se stessi e tutto ciò che potesse
tradire la loro presenza sul territorio. I contatti indiretti con la Cina, di
cui i Giapponesi avevano bisogno, venivano dunque mantenuti attraverso Okinawa,
anche se di fatto il benessere economico e l'indipendenza politica dell'isola
di Okinawa dipendevano dal Giappone.
Poi all'inizio del 1609, l'isola fu
conquistata dai signori giapponesi Kagoshila del clan degli Shimazu che, però,
mantennero il divieto delle armi e imposero il rigido regime del feudalesimo,
ogni nobile poteva, quindi, tenere le proprie terre.
In questo
periodo la nobiltà isolana continuò a rimanere segregata nella città di Shuri.
I Samurai giapponesi, peraltro, potevano trasportare armi anche ad Okinawa.
Tale divieto esteso solo agli abitanti nativi dell'isola restò valido anche
durante i periodi successivi della storia del Paese. Molti affermarono,
infatti, nell'udire che vi era un piccolo Paese di nome Okinawa dove il popolo
girava disarmato esclamò: "Non riesco a capire come possa esistere un
popolo disinteressato alla Guerra...."
Oggi, ad Okinawa, i più grandi Maestri di
Karate ritengono che il divieto per le armi posto dal loro primo Re fu atto di
grande saggezza e non di oppressione.
Il Karate, l'arte della mano vuota:
Sempre nello stesso periodo in cui
il Re Sho Shin disarmò i nobili e li raccolse intorno a sé nella città di
Shuri, si ritiene che sorsero 2 movimenti ad Okinawa. Da una parte i nobili,
che unendosi, impararono e svilupparono l'arte del combattimento a mano nuda,
ovvero te. D'altra parte, i contadini ed i pescatori iniziarono a sviluppare
l'uso di armi che nascevano dal loro mondo del lavoro. Falci, falcetti, bastoni
per la mietitura e la pulitura delle sementi, briglie per cavalli e persino
remi da barca divennero ben presto armi letali.
Le nuove scuole, quella disarmata e quella
armata, venivano praticate in massima segretezza e confinate nelle rispettive
classi sociali. Il Te, l'arte marziale della mano in cui il corpo umano si
allena per trasformarsi in qualsiasi arma per l'autodifesa, veniva praticato
dai nobili della corte reale.
Vista l'efficacia di
quest'arte, anche l'insegnamento venne vietato alla popolazione, pertanto la
sua pratica rimase privilegio di poche famiglie e veniva fatta solo di
nascosto, mantenedo la massima segretezza ed in luoghi lontani. La capacità di scrittura era limitatamente
diffusa tra la popolazione e quindi le conoscenze venivano tramandate
solo in via diretta od orale, per questo i maestri raggrupparono le tecniche da
insegnare in unità didattiche tra loro collegate ed in sequenze prefissate,
costituendo delle forme. Queste sequenze vengono definite "Kata".
I luoghi dove nacquero erano, appunto, 3 centri urbani vicini alla capitale con
3 differenti stili. Lo Shuri-te, arte sviluppata a Shuri, veniva praticata da
Samurai della corte reale, mentre nella vicina Naha e a Tomari, nelle vicinanze
di Shuri, la gente sviluppò loro stili di Te. Le differenze stilistiche
probabilmente derivano da differenti influenze tradizionali della Cina. Lo
Shuri-te nacque dall'arte del tempio di Shaolin, mentre lo Naha-te incorpora
tecniche più morbide, taoiste, che racchiudono molta attenzione verso la
respirazione ed il controllo del Ki, la forza vitale. Il Tomari-te deriva da
una fusione di entrambe gli stili, lo Shuri-te e lo Naha-te.
Nonostante le città di Shuri, Naha e Tomari
erano vicine, le loro arti di combattere sono date da differenze di
"enfasi" nelle varie pratiche più che di stile vero e proprio.
L'arte di Shuri e Tomari presero un unico nome
di Shorin-ryu, che significa "la scuola del pino flessuoso". Mentre
il Naha-te divenne quel che ora si chiama Goju-ryu, "la scuola dura e
morbida" sviluppata dal maestro. Lo Shorin-ryu si divide a sua volta in
altre scuole che hanno lievi differenze tra loro. Il Goju-ryu è sempre rimasto
stilisticamente unico. E' nata anche una tradizione ad Okinawa ed in Giappone
dove entrambe gli stili sono stati mescolati assieme ed insegnati come stile
unico. La più grande scuola che insegna questo metodo è la scuola giapponese
dello Shito-ryu.
Per tradizione si suole dire che lo Shorin-ryu
sia uno stile più leggero e veloce rispetto al Goju-ryu e che le posizioni
siano generalmente più naturali. Il kata delle due scuole sono leggermente
diversi: nel Goju-ryu i movimenti di braccia e gambe sono più circolari e con
posizioni più basse. Viene anche data grande enfasi alle tecniche di
respirazione.
Nel 1935, un comitato formato da maestri di
stili diversi si trovò per decidere un nome da dare alla loro Arte. La
chiamarono karate, che significa "mano vuota" o "arte della
difesa senz'armi". Alcuni maestri ritengono che il suffisso -do, che
significa la via, andrebbe aggiunto al nome.
Oggi il karate è ancora fiorente ad Okinawa.
La distruzione degli edifici antichi e degli archivi storici durante la Seconda
Guerra Mondiale ed in particolare durante la battaglia di Okinawa combattuta
tra Giappone ed Alleati nel 1945, ha portato a valorizzare ancor più, tra la
gente, la cultura locale attraverso la musica, il folklore e le arti marziali.
Seguendo quella che è la storia pregressa, i
maestri di karate ad Okinawa sono tra i dignitari di più alto onore ed i Dojo,
ovvero palestre per le Arti, sono molteplici nelle aree urbane di Naha e Shuri.
Non essendovi maestri che predominino con il loro stile di insegnamento vi è
molto spirito di unione ed affiatamento tra le varie scuole dell'isola. Il
karatè nasce, quindi, in una piccola lingua di isole che collegano le isole
maggiori del Giappone meridionale alle famose isola sotto le coste cinesi. I
giapponesi indicano queste isole col nome di Isole Ryukyu. La più grande e
anche la più importante di queste è l'isola di Okinawa.
Gichin Funakoshi e lo Shotokan:
Nasce a
Shuri, Okinawa, nel 1868, ovvero il primo anno dell'era Meiji, un
dittatore. Appartenente a una famiglia di funzionari molto legata alla
tradizione, Funakoshi vuole studiare medicina, ma viene scartato a causa
di una regola che andava contro la tradizione di famiglia. Di salute
cagionevole e di costituzione fragile viene portato dai genitori dal Maestro
Itosu perché lo introducesse allo studio del Karate. Grazie alle cure del
proprio medico e al buon addestramento impartito dal Maestro, Funakoshi migliora
ben presto il suo stato di salute.
A 12 anni Funakoshi
passa sotto il Maestro Asato. Funakoshi ha come Maestro, all'inizio della sua
carriera di insegnante, affiancato al Maestro Asato e al maestro Itosu. Che si
interessava ai problemi dell'educazione nel sistema scolastico.
Grazie a Jigoro Kano,
che ricopriva importanti funzioni al ministero dell'Educazione, Funakoshi fa
una presentazione a Tokyo per poi rimanerci per diffondere l'arte del suo
paese.
Per questo si ritrova
senza lavoro, ma con la passione di far conoscere la Sua arte... Non avendo
alcuna risorsa, Funakoshi deve lavorare come portinaio in un pensionato per gli
studenti che provenivano da Okinawa.
Purtroppo il suo lavoro
serve soltanto a coprire l'affitto; per provvedere alle sue necessità ottiene
il permesso di utilizzare la sala conferenze per insegnare Karate.
All'inizio, ha solo
pochissimi allievi, ma in poco tempo, il numero dei frequentanti cominciano ad
aumentare.
Nel 1935, il Maestro
scrive la sua opera più importante: "Karate-do kyohan" mentre poco
nel 1938 viene costruito dai suoi allievi il primo dojo di karate che Funakoshi
chiama "Shotokan" (La casa nel fruscio della pineta).
Quando Funakoshi scrive
"I venti precetti della via del Karate" il Giappone è già in guerra
con la Cina dal 1937.
Nel 1941 scoppia la
guerra del Pacifico e quattro anni dopo il dojo Shotokan viene annientato sotto
i bombardamenti americani.
A 77 anni, una volta
terminata la guerra Funakoshi lascia Tokyo per raggiungere la moglie che si era
rifugiata a Oita. Si ritrovano insieme dopo una lunga separazione e da soli
vivono coltivando la verdura e raccogliendo molluschi e alghe in riva al mare.
Due anni dopo la moglie
si ammala improvvisamente e muore poco tempo dopo. In quello stesso anno muore
anche Yoshitaka, il figlio al quale aveva affidato lo Shotokan.
Funakoshi ha
l'impressione di aver perso tutto nel conflitto... Gli allievi anziani e gli
studenti però cominciano a ritornare e il Maestro, a 80 anni, ritorna a Tokyo.
I suoi allievi anziani
delle diverse università cominciano a riformare la scuola Shotokan e nel 1949
si costituisce la Japan Karate Association (J.K.A) con a capo Gichin Funakoshi, all'età di 81 anni. Il Maestro muore nel 1957, a 89
anni.
Gichin Funakoshi è
tuttora ritenuto il padre del karate moderno, ma anche un maestro di vita, un
filosofo, un poeta e uno scrittore, avendo fondato la prima palestra di
Shotokan, uno stile praticato, ormai, da quasi tutto il mondo.
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