.

.

lunedì 9 agosto 2021

Appunti per il film di una medaglia d'oro

Finalmente tutta l'Italia sportiva ha potuto festeggiare un campione olimpico di Karate, sport che fino alla scorsa settimana era quasi del tutto sconosciuto a chi non lo pratica.

Ma se tutti hanno visto la finale di Tokyo, pochi hanno capito quello che realmente è successo sotto i loro occhi, e chi sono i due protagonisti. Una storia che fa impallidire il film "Karate Kid" di John Avildsen. Mi sono divertito a ricostruirla e a raccontarla ai nostri ragazzi, con materiali che tutti possiamo trovare in rete.

La storia inizia con un ragazzino nato nel 1987 ad Avola, nell'opulenta Sicilia, terra di sole, di tradizioni, di cultura... e di buona cucina. Infatti cresce sovrappeso e per questo bullizzato dai compagni di scuola. Però ha un padre speciale: fa il maestro di Karate.

In basso a destra: Luigi Busà, campione olimpico Tokyo 2020

Inizia una vita di palestra, di dieta e di allenamenti; le prime gare e le prime vittorie, sempre più prestigiose, finché a 18 anni il ragazzo diventa uno dei più giovani campioni del mondo assoluti di questo sport, nella categoria -80 kg. Accade a Tampere (Finlandia) nel 2006, quindici anni fa, lontanissimo dai riflettori televisivi. Lo vediamo solo in questo filmato amatoriale.


Potrebbe essere il gran finale di un bel film, e invece è solo la prima puntata.

Infatti, nella stessa edizione dei mondiali, nella più leggera categoria -70 kg vince un giovane fenomeno proveniente dalle steppe dell'Azerbaijan: Rafael Aghayev. In breve si afferma come il più forte karateka di tutti i tempi: cinque titoli mondiali di cui uno nei pesi massimi (!); dodici titoli europei. L'imbattibile, il Maradona del karate.

Nel 2010, durante i mondiali di Belgrado (Serbia) i due si incontrano a metà strada nella categoria -75 kg, e qui inizia la loro rivalità (ma anche la loro amicizia).

Il primo round - come da pronostico - va all'Azero, all'apice della sua forma; ma non finisce qui.

Nell'edizione successiva (Parigi 2012) il karate è lanciato verso l'ammissione alle Olimpiadi: la coreografia è imponente, e le immagini diventano spettacolari. Tra parentesi, noi di Stresa eravamo presenti (come spettatori...) a quella edizione, ed è stata fenomenale.

E qui Luigi Busà si impone al termine di un incontro tiratissimo: l'imbattibile ha perso, il mondiale va all'Italia!

Lieto fine? No, ancora una volta è solo l'inizio.

Seguono anni di duelli e medaglie contese (con i due rivali sempre sui podi europei e mondiali), finché finalmente - per la prima volta dalla nascita del karate - arrivano le Olimpiadi.

Saranno a Tokyo nel 2020, e solo nel 2020: dopo la gioia dell'ammissione, arriva la delusione di sapere che il karate non sarà riconfermato a Parigi 2024. Perciò chi vincerà potrebbe essere l'unico campione olimpico nella storia di questo sport.

L'occasione di una vita. Ma solo uno potrà coronare la carriera con l'oro a cinque cerchi; e forse nessuno, perché gli anni passano e i giovani incalzano. E come se non bastasse, arriva la pandemia, il rinvio di un anno e lo spettro della cancellazione dei Giochi che incombe fino all'ultimo.

Invece, nonostante tutto, rispettivamente a 36 e 33 anni suonati, i due si ritrovano per l'ennesima (ultima?) volta in finale. Come è andata lo sapete: è cronaca, anzi storia; e magari diventerà leggenda, chi lo sa?

Con un soggetto così e un bravo regista, ma che grandioso film potrebbe essere girato???

Sarebbe bellissimo, più che altro a futura memoria: noi c'eravamo, e l'abbiamo visto tutto in diretta.