Se non è adesso il momento di usare questa parola, non so davvero quando potrebbe essere.
La
resilienza è la capacità di un materiale di assorbire gli urti, anche deformandosi, ma senza rompersi. Più in generale, è la capacità di ogni sistema (dagli ambienti naturali, alle società, al singolo essere vivente) di adattarsi a un cambiamento in modo da continuare a vivere e a funzionare. In particolare, è la capacità di ciascuno di noi di superare le avversità, continuando a perseguire i propri obiettivi; magari aggiustando il tiro, ma senza arrendersi.
In questi giorni - nella scuola, nel lavoro, nella vita sociale - stiamo affrontando dei cambiamenti non da poco. Ognuno di noi ha il suo bel daffare per adattarsi a queste nuove condizioni, che saranno temporanee ma non brevissime né evitabili: piaccia o non piaccia, ognuno dovrà fare la sua parte di sacrifici e confidare che servano.
Chiusa la premessa, lascio subito le lezioni di vita a chi le sa fare e vengo al nostro piccolo mondo fatto di sport, e in particolare di karate.
Qui la situazione è presto detta: siamo fermi.
Ferme le manifestazioni sportive; ferme le palestre; fermi gli allenamenti, anche per piccoli gruppi; spostamenti ridotti al minimo e solo per necessità - tra le quali necessità lo sport non è compreso. E questo stop durerà almeno un mese, fino al cinque di aprile; ma se non fosse illegale, farei qualche scommessina su tempi più lunghi.
Quindi che si fa?
Per prima cosa vediamo la situazione con calma. E' vero e ve lo confermo come da circolare federale: tutte le prossime gare sono saltate. Annullata la gara di Cannobio, rinviata quella di Gerenzano, rinviata la gara per bambini di Rimini (che andrà a giugno o più probabilmente all'autunno); rinviata persino la Coppa Verbania di fine aprile. Ma i nostri ragazzi non sono agonisti di livello assoluto, né professionisti di questo sport: per loro le gare sono semplicemente delle occasioni per imparare mettendosi alla prova. Passata l'emergenza ce ne saranno tante altre. Quindi,
nessun problema.
Vista la lunga pausa nelle lezioni, anche gli esami di cintura potrebbero a loro volta slittare all'autunno per i più grandi; ma anche no, e in più non parliamo degli Esami di Stato. In ogni caso, non è qualche mese che condiziona la carriera di un karateka; perciò anche qui
nessun problema.
L'eventuale prolungamento delle lezioni a giugno (e oltre?) per recuperare è ancora prematuro e lo valuteremo più avanti; come in alternativa aggiusteremo le quote per tenere conto dell'effettiva frequenza al corso: parliamo di dettagli, ma ancora una volta di nessun problema.
Dal momento e finché (incrociando le dita) stiamo tutti bene, l'unico fastidioso problema è che non possiamo trovarci e praticare insieme l'attività che ci piace. A questo punto potremmo fare diverse scelte:
a) ci fermiamo e ci rassegniamo a fare altro;
b) ci fermiamo e ci lamentiamo della malasorte, del governo, dei cinesi o altro parafulmine a piacere;
c) oppure...
resilienza.
Resilienza vuole dire che se ci piace fare Karate, e per qualche tempo non possiamo farlo in palestra, dobbiamo cercare altri modi per non fermarci; e ce ne sono. Non possiamo vederci a piccoli gruppi; non possiamo fare attività all'aperto, forse non possiamo nemmeno più uscire, ormai. Ma altri modi ce ne sono, vediamoli.
Per i più grandi, questa quarantena forzata può diventare addirittura una opportunità.
Quella di lavorare a casa senza scadenze di gare o di esami rafforzando le basi e i punti deboli: ad esempio tonificare i muscoli, allenare la mobilità, la destrezza, l'equilibrio, o altre cose che vi dirò.
Nelle lunghe giornate senza scuola, ognuno può trovare il tempo da dedicare a queste cose e imparare a gestirlo autonomamente; altra capacità importantissima nel karate e non solo.
Ovviamente, per quanto possibile,cercherò di guidarvi con alcuni suggerimenti, usando la tecnologia che web ci offre. Lo fa la scuola con ben altri mezzi, ci possiamo provare in piccolo anche noi.
Con i bimbi più giovani la soluzione è più difficile: in questo caso il problema/opportunità è che siate proprio voi genitori a lavorare/giocare con loro. Ma qualcosa ci possiamo inventare, basta provarci.
Ci contatteremo a breve via Whatsapp, o via Facebook, o con altro social adatto al caso. Se partiamo subito, quando tutta questa brutta storia sarà finita, torneremo in palestra più bravi e più forti di quando ci siamo fermati.
Parola d'ordine: RESILIENZA!
Perché se è vero che il movimento è alla base della salute, non possiamo proteggerla... stando fermi.
A presto!!