Una doppia foto ieri-oggi sarebbe stata favolosa, ma ahimè credo che non ne esistano. Quei tempi pre-telefonino, pre-computer, pre-digitale, pre-quasi-tutto, sono e rimarranno avvolti in un alone di leggenda.
Ho ritrovato il mio primo insegnante - dopo più di tre decadi - in una gara master, dove con mio sommo imbarazzo mi sono ritrovato ad arbitrarlo. Sono rimasto talmente basito quando ho sentito il nome, che non sono neanche riuscito a placcarlo a gara finita; ma ci siamo rivisti e salutati a Gaeta lo scorso ottobre. L'invito a venirci a trovare è scattato automatico, e si è concretizzato pochi giorni fa, quando mi ha fatto l'onore e il grande piacere di lasciare Milano e il resto del mondo - dove vive e lavora da illustre e stimato professionista (e non è un modo di dire, indagare per credere) - per tenere una lezione ai "miei" ragazzi.
La lezione è stata essenziale quanto intensa, a base di kihon, kata e kumite, ma proposti con lo spirito e la determinazione che mi avevano conquistato definitivamente a questa disciplina: karate allo stato puro! I ragazzi sono usciti dal tatami stanchi ma caricati a mille, e penso che ricorderanno questa serata; soprattutto penso che sia rimasto loro qualcosa che servirà per migliorare in futuro.
Ringrazio ancora il "sensei" Ruben per la sua visita, per essere rimasto a chiacchierare di karate e dintorni con me e il mio staff tecnico (Ale e Dani, sempre loro), con le gambe sotto il tavolo ad allenamento finito; e grazie a Tonino per l'organizzazione dell'evento e per la compagnia. Poi, se da cosa nasce cosa... chissà che si organizzerà in futuro.
Per la cronaca e per capirci: quella gara di cui ho raccontato prima, Ruben l'aveva vinta.
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