.

.

giovedì 20 marzo 2008

Fuori due! Breve cronaca del Gran Prix

Ormai è una classicissima del karate italiano: si parla del "Gran Prix Italia", magistralmente organizzato il 15 e 16 marzo a Desio (MI) per la decima volta dal M° Vincenzo Cellamaro. Le fonti ufficiali davano presenti 1400 iscritti di 93 società da tutta Italia e da svariate nazioni europee; ben otto quadrati, tabelloni elettronici, bandiere, premi per tutti: non è mancato nulla. Neanche noi del Ken Sho, che c'eravamo, anche se a ranghi ridotti, tra malati, convalescenti, contusi e confusi.
Dato che i premi li abbiamo esauriti tutti dopo gli ultimi Regionali, ci limitiamo a un semplice riassunto di come sono andate le cose. Prima le donne, per cavalleria.
Le ragazze del kata sono andate a segno con precisione matematica. L'anno scorso, con Cristina Zucchinetti e Marta Bertola, era in squadra Rachele Apostolo; quest'ultima si è ora "data all'ippica" (anzi, per la verità all'equitazione, e con grandi soddisfazioni - ciao, Rachele!) e il suo posto in squadra è stato preso da Silvia Ottinetti, ma cambiando la formazione il risultato non è cambiato: come l'anno scorso, prime. Cristina ha poi ceduto il primo posto nell'individuale dopo un soffertissimo spareggio, e Silvia ha completato il podio con una medaglia di bronzo. Per Briana Disisto, sarà per la prossima volta, se continua a migliorare come sta facendo.
Ho tenuto a parte Sharon Paietta - la piccola grande Sharon - che quest'anno deve salire sullo sgabello per guardare negli occhi le sue avversarie, nella categoria 9-11 anni. Mentre prende le misure, si porta intanto a casa la medaglia di bronzo nel kata, e quella del kumite le scivola via proprio nella finale; brava, brava, brava.
L'unico piazzamento dei maschi viene da Giorgio Kowsar, che stavolta - a differenza di Brandizzo - gli avversari li ha trovati, e pure più grossi di lui (ma cosa danno da mangiare a questi bambini?!). Quando la polvere della mischia si è posata, Giorgione aveva al collo la medaglia di bronzo.
Tutti gli altri - Luca Tressoldi, Luca Gandini, Raoul Paietta, Jacopo Spanò, Alessandro Gandini - aggiungono poco alle statistiche, ma molto alla sostanza. Hanno dato il massimo come al solito, e hanno ceduto ad avversari che per ora sono più bravi - tutto qui. Il livello dei migliori era veramente buono, sia nel kata che nel kumite, e misurarsi con i migliori è sempre un'ottima esperienza che darà i suoi frutti a tempo debito. In questo, il Karate è come il maiale: non si butta via niente!
Per finire, questa volta due brevi note su Jacopo Spanò e Luca Tressoldi. Jacopo nel kumite ha dato spettacolo nel senso più ampio del termine: velocissimo e imprevedibile anche per se' stesso, potrebbe vincere o perdere contro chiunque; e così ha fatto. Ha tenuto testa ai migliori della sua categoria; si è messo KO quasi da solo; è uscito infine di gara per un banale errore tattico: ma di sicuro non ci si annoia a vederlo combattere.
Luca è da prendere ad esempio, direi. Perchè si impegna senza risparmio, sia a lezione che nella partecipazione alle gare; perchè stavolta se l'è dovuta vedere con ben cento avversari (50 nel kata e 50 nel kumite, le due categorie più numerose); perchè nonostante sia uscito nelle eliminatorie, è rimasto fino alla fine della manifestazione a guardare i suoi compagni; dulcis in fundo, perchè sta colonizzando la palestra con i suoi familiari (ricordiamo: famiglia premio "Figli alla patria 2008"): al momento abbiamo quattro Tressoldi che fanno karate...

4 commenti:

  1. Certo che la battuta finale è proprio misera!!!
    Luca
    (me lo dico da solo prima che ci pensi qualcun altro)

    RispondiElimina
  2. Luca ho notato che alcune cinture nere danno il massimo in gara quando "sostenute" dal gruppo delle cinture bianche dell'ultima ora, essendo sicuramente un doping naturale io tenderei a sfruttare piu' possibile queste sferzate ormonali.

    RispondiElimina
  3. Noi la buttiamo sul ridere(con una barzelletta):
    Un sig. entra in un bar e ordina un caffè, ad un certo punto si spalanca la porta del bar ed entra un sig. con il kimono e con una mossa di karate stende l'uomo che ha ordinato il caffè e dice al barista "Quando si sveglia le dica mossa A421". Il giorno dopo stessa scena, il sig. entra nello stesso bar, ordina un caffè e di nuovo si spalanca la porta, entra quello con il kimono e con una mossa di karate stende il sig. al banco. E dice al barista "Quando si sveglia le dica mossa B225". Il giorno dopo si spalanca la porta del bar, entra il sig. con il kimono, guarda al bancone del bar ma il sig. solito del caffè non c'è. Ad un certo punto da dietro salta fuori il sig. del caffè e con una mossa a sorpresa "AAAAAAAAAAAAAAAAAAA PATATRACK TRACK TRACK" stende quello con il kimono. Si rivolge al barista e gli dice "Non dovrebbe...ma se si sveglia le dica KRICK 127".
    MORALE DELLA FAVOLA: Se a Parma nel kumite gli avversari sono forti come a Desio...ci porteremo un KRICK!

    RispondiElimina
  4. A Parma mi sa che ci conviene usare direttamente il crick del pullman, ammesso che ne abbia uno in dotazione!
    Comunque; va bene il doping ancorchè naturale, va bene il crick (metaforicamente, neh!!), ma mettiamoci pure un po' di allenamento supplementare, così anche il maestro sta lì a fare qualcosa.
    In ogni caso, ogni ulteriore proposta è ben accetta.

    RispondiElimina